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Crisi d'Impresa

Ogni attività imprenditoriale segue fasi differenti.
Il compito di una società di consulenza è avere soluzioni per ognuna di esse
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"Ogni traguardo richiede conoscenza e competenza"
A chi si rivolge : Imprese avviate, nuove imprese, privati

Quando ci si trova in una situazione aziendale difficile da sostenere la tentazione di aspettare e vedere che succede è sempre molto elevata, ma potrebbe non essere la scelta giusta. Al contrario è proprio questo il momento di individuare possibili azioni da realizzare perché attendere il maturare degli eventi senza alcun controllo potrebbe essere estremamente dannoso e, in taluni casi, irreparabile. La soluzione ottimale è rappresentata dalla strategia in grado di portare l’azienda in business redditizi e in posizioni di leadership. Per superare la crisi d’azienda è utile proporre un percorso diverso:

  • Individuare nell’ambito del sistema in crisi risorse e potenzialità inespresse;
  • Individuare formule strategiche nelle quali tali risorse possono rappresentare fattori critici di successo;
  • Compiere le necessarie azioni per attivare tali risorse;
  • Utilizzare il processo di valorizzazione di tali risorse come motore del risanamento per spingere l’azienda verso nuove condizioni di successo;
  • Realizzare un piano sistematico;
  • Presidiare e controllare il processo di risanamento.

Tutto ciò avviene attraverso la ristrutturazione aziendale. La ristrutturazione aziendale è un’attività molto complessa finalizzata al risanamento della situazione finanziaria e debitoria dell’azienda in crisi ossia quel particolare momento della vita dell’impresa in cui si crea uno squilibrio economico-finanziario, destinato a perdurare e a portare all’insolvenza ed al dissesto in assenza di opportuni interventi di risanamento.

Le fasi di un processo di risanamento aziendale.Un vero e proprio piano di risanamento non può prescindere dall’individuazione delle cause che hanno prodotto tale stato patologico, al punto che si ritiene l’analisi accurata dei sintomi, l’accertamento e il riconoscimento della genesi della crisi il primo passo da compiere nella ideazione del processo di turnaround. Il primo passo da compiere nel processo di risanamento aziendale è quello di capire se l’azienda possiede le potenzialità che giustifichino un intervento di salvaguardia e risanamento strutturale: l’azienda è meritevole se presenta un potenziale di miglioramento qualora si effettuino operazioni di ristrutturazione e quando è possibile prevedere un incremento sostanziale dei flussi di reddito e di capitale circolante. La crisi d’impresa è una situazione “strutturale” alla quale si perviene attraverso un processo evolutivo di cui si possono identificare le seguenti fasi:

  • incubazione;
  • declino;
  • crisi vera e propria.

In pratica la crisi è uno sviluppo ulteriore del declino e si concreta di solito, a seguito di perdite economiche, in ripercussioni gravi e crescenti sul piano dei flussi finanziari. Le ripercussioni dirette sono: carenze di cassa, perdite di credito e soprattutto mancanza di fiducia nei confronti degli imprenditori da parte delle banche che, di solito, scelgono di agire solo in situazioni di massima sicurezza, allontanandosi da quei profili di rischio a volte proprio rinunciando ad analizzarlo e valutarlo in profondità con conseguenze negative di accesso al credito, quest’ultima una questione di vitale importanza per l’azienda stessa. A questo punto della sua vita l’azienda necessita di un piano di risanamento e la crisi d’impresa nella maggior parte dei casi può essere risolta se si interviene (il timing è fondamentale) con un buon piano di ristrutturazione in grado di sviluppare e rilanciare l’azienda oltre gli obiettivi di semplice sopravvivenza.

Risanamento e sviluppo possono essere quindi rappresentati come la sequenza delle seguenti fasi:

  • fase della valutazione dell’azienda nel suo complesso: l’obiettivo è quello di partire dalla verifica della corretta tenuta contabile fino alla analisi della gestione, cercando le cause reali che hanno portato alla crisi nelle diverse aree aziendali;
  • fase dell’emergenza nel risanamento: una volta individuate le criticità, condivise con l’imprenditore, occorre pianificare le strategie da mettere in atto. Questo comporta spesso di prendere delle decisioni drastiche che cambiano le abitudini aziendali ma che portano all’efficienza gestionale e quindi all’equilibrio economico-finanziario. L’obiettivo è quello di garantire la sopravvivenza dell’azienda attraverso la ricerca dei flussi di cassa per soddisfare le necessità non prorogabili. Il focus deve essere posizionato sulla ricerca di attività che nell’immediato riescano a contribuire a questo obiettivo;
  • fase di stabilizzazione nel risanamento: condivise le criticità con l’imprenditore e stabilite le strategie da adottare, viene attuato il piano strategico rispettando al massimo le modalità e le tempistiche stabilite. Si passa dalla logica finanziaria a quella economica, cercando di creare i presupposti affinché l’azienda possa tornare alla redditività attuando gli obiettivi strategici stabiliti nel medio-lungo termine.

Come sempre, in ogni intervento aziendale, che sia di gestione, ristrutturazione, risanamento, rilancio o semplice organizzazione, la componente umana è decisiva. Le aziende sono fatte di persone e non solo di numeri e teoria. Le persone creano le crisi, ma allo stesso tempo, sono le persone ad attivare i meccanismi risolutivi. Conclusa la fase di diagnosi dettagliata delle cause della crisi, il consulente potrà dedicarsi insieme all’imprenditore per fronteggiare la crisi, ricercando le strategie di risanamento più idonee per un rapido ritorno al valore. A questo punto bisogna attivare le procedure per risanare la struttura operativa e gestionale dell’azienda e infine garantire la continuità aziendale. Il nostro ordinamento prevede una molteplicità di strumenti a supporto dell’imprenditore in difficoltà.

Parliamo in prima analisi:

  • Dell’accordo di ristrutturazione del debito con i creditori secondo quanto previsto dall’Art. 182-bis L.f.;
  • Del piano di risanamento industriale, secondo quanto stabilito dall’Art. 67, comma 3, lettera d L.f., che consentono all’impresa di non pagare subito i creditori perché l’impresa non ha i mezzi finanziari immediati, però consentendo agli stessi di essere tutelati con le garanzie previste dalla stessa legge.
  • Del concordato preventivo in continuità secondo quando previsto dagli artt. 160 e seguenti;
  • Della transazione.